Resist!
Anti Repression Leaflets for Videoactivists and Photographers
Trauma
14a edizione, Novembre 2005
consigli legali per
- le manifestazioni
- le violazioni da parte della polizia
- gli arresti
- la questura
Tenere la calma!
Questa è la regola principale di ogni misura protettiva e quindi anche la nostra, che il tuo arresto/la tua istruttoria non diventi una catastrofe. Oggi ognuno/a che è attivo/a, che lotta contro sfruttamento e oppressione, sia come antifascista, antimilitarista, comunista , anarchico o attivista contro le centrali nucleari, deve tener conto la possibilità di un arresto a manifestazioni o altre azioni, di un sequestro di volantini, giornali ecc., di perquisizioni, ordinanze penali e processi. Il poco di libertà di opinione e di organizazzione che lo stato capitalista concede viene tagliato sempre di più.
La repressione statale non diminuisce, solo perché la sinistra diventa sempre più debole, anzi, siccome le istituzioni devono tener conto di poca resistenza organizzata, possono permettersi di criminalizzarci, come non era pensabile in tempi di un movimento forte. I loro tentativi avranno successo solo finché noi non ci organizziamo.
Una premessa per poter seguire la regola di base è la fiducia, fiducia nelle compagne e nei compagni, che si occupano se uno è nella merda – e che in questura e dalla procura tengono la bocca chiusa.
Tabellina per la manifestazione
Certo, ci sono differenze gigantesche tra una manifestazione e un altra. Spesso ci diciamo che tanto non succedera niente e spesso abbiamo ragione. Ciò nonostante alcune regole di base è meglio seguirle anche su una manifestazione da “passeggiata”.
In strada per la manifestazione
Se possibile non andare mai da solo/a ad una manifestazione o ad un’altra azione. Non è solo più divertente con i tuoi amici, ma anche più sicuro. Inoltre è sensato parlarne prima, nel gruppo, sul vostro comportamento in diverse situazioni. Qui ci dovrebbe essere spazio per le paure e insicurezze di ognuno. State assieme nel gruppo nella manifestazione. Fate attenzione ai vestiti e le scarpe, nelle quali dovreste poter camminare anche velocemente. Portatevi dietro una penna e un pezzo di carta per eventuali appunti (guarda: verbale di memoria). Porta anche una scheda telefonica e qualche centesimo: la polizia dovrebbe farti fare due chiamate anche se non hai soldi, ma non si sa mai. Non dimenticare le medicine che devi prendere regolarmente.
Meglio occhiali che lenti a contatto. Lascia a casa appunti personali, soprattutto elenchi di indirizzi. Pensa un’attimo a cosa ti serve veramente e a cosa servirebbe solo alla polizia. Droga è meglio non consumarne prima e lasciarla a casa. Anche la macchina fotografica non ti serve. La documentazione della manifestazione è meglio farla fare ai giornalisti o agli osservatori segnati. In caso del tuo arresto queste foto aiutano solo la polizia. Anche il telefonino potrebbe essere meglio lasciarlo a casa. Se lo porti con te, prova di evitare certi pericoli, p.e. non salvare numeri e messaggi. Solo se tiri fuori la batteria e la scheda non è possibile localizzarti e sorvegliarti.
Der Ermittlungsausschuss
“Ermittlungsausschuss” vuol dire che c’è gente che si occupa soprattutto delle persone arrestate. Di solito all’inizio della manifstazione viene comunicato il loro numero di telefono. Se vedi che qualcuno che conosci viene arrestato, rivolgiti a loro e loro informeranno l’avvocato. Chi dopo un’arresto viene rilasciato, dovrebbe chiamarli cosi che loro sappiano che lui/lei è a posto.
Puo essere utile scrivere cos’è successo, soprattutto se dopo qualche mese ti fanno il processo. Anche per chi è testimone di un’aggressione conviene scrivere un protocollo. Esso deve contenere communque: il luogo, l’ora e il modo dell’aggressione, il nome della persona in questione, i testimoni, il numero, se possibile la divisione e l’aspetto degli sbirri. Questo protocollo è soltanto per l’EA.
Aggressioni
Evita di cadere in panico. Fermati e chiedi anche a gli altri di farlo. Formate catene e se non c’è nessun’altra possibilità, ritiratevi piano piano. Spesso le aggressioni della polizia, le divisioni dei manifestanti, arresti e feriti si possono evitare soltanto facendo catene e fermandosi.
Feriti
Occupati dei feriti e aiutali a proteggersi dalla polizia. Rivolgiti al servizio sanitario della manifestazione, se ci sono, oppure aiuta tu assieme con amici i feriti. Se dovete andare in ospedale, cercatene, se possibile, uno che si trova un po’ lontano, e che non viene messo in relazione con la manifestazione. Importante è di non dire niente su cosa è successo – spesso gli ospedali hanno collaborato con la polizia. Devi dire solo le tue generalità, e poi niente. Raccontagli che è stato un “incidente in casa” o qualcosa di simile.
Arresti
Se ti arrestano, fai in modo che gli altri si accorgono di cosa sta succedendo, grida il tuo nome, eventualmente da dove vieni, cosi che gli altri possono contattare l’EA. Quando vedi che non è più possibile fuggire, prova di riprendere la calma e soprattutto: da questo momento non dire più niente! Quando ti lasciano fatti sentire dall’EA. Arrivato a casa, scrivi tutto quello che è successo e tutto quello che è in relazione con l’avvenuto, specialmente possibili testimoni. Contatta l’EA, un gruppo accompagnatore di processo, se esiste, la Rote Hilfe o gruppi simili.
Quando ti portano via
In strada per la questura o posti di accoglienza per gli arrestati parla con gli altri su i vostri diritti, ma non su quello che hai /avete fatto. Non si sa mai chi c’è tra gli arrestati, anche se ti senti bene con tutti. Stai attento come stanno gli altri e occupati di chi sta peggio di te. Scambiate i nomi, cosi che chi viene lasciato prima può informare l’EA.
In questura
L’uniche cose che devi dire sono:
il tuo nome
il tuo indirizzo
la tua professione (studente, impiegato,…)
il luogo e la data di nascita
il tuo stato civile (nubile, …)
la tua cittadinanza
(naturalmente puoi anche dire niente di niente. In quel caso ti possono fotografare, prendere le tue impronte e tenerti fino a 12 ore – cose che però possono fare in ogni caso. Del resto il rifiuto delle generalità è soltanto contrario all’ordinamento e pagherai una multa)
Dopo l’arresto hai il diritto di fare due chiamate. Rompigli le palle finché te le fanno fare e minaccia una denuncia nel caso contrario. Se sei ferito, chiedi di vedere un medico e fatti attestare da lui le tue ferite. Dopo il rilascio vai comunque da un altro medico. Se si sono rotte delle cose personali fatti certificare anche questo. Opponiti alle misure si riconoscimento e non firmare niente.
Interrogatorio
Non farti intimidire nè dal gorilla né ammorbidire dal tipo zio buono. Non credere di poterli ingannare. Comunque è più adatto ideare qualcosa di furbo in altri momenti che quando ti trovi in questura, e tutto – ma proprio tutto – è ancora possibile dopo che vi siete messi d’accordo coi compagni e con l’avvocato, anche se i poliziotti ti racconterrano che sarebbe meglio per te deporre subito: non è vero! Evita anche chiacchere “innocue” “al di fuori” dell’interogatorio o “discussioni politiche” con loro: ogni parola dopo l’arresto significa deporre!
Anche se ti sembra che ti accusano di cose con cui non hai niente a che fare, forse anche cose che non faresti mai – non dire niente lo stesso. Cosa discolpa te, può incriminare qualcun’ altro. Se di due accusati uno ha un’alibi, ne resta uno. Anche informazioni sulle cose che non hai fatto aiutano a costruire un’immagine di te e altri.
Però tutto questo non è soltanto una questione di solidarietà nei confronti degli altri e di ragionamento in riferimento ad un possibile processo contro di te, ma soprattutto la via più facile per te in questa situazione è di chiarire fin dall’inizio che non dirai niente. Dopo le domande che riguardano le generalità spesso cominciano con domande “innocenti” del tipo: “Ma da quando è residente a …?”, “È arrivato qui in macchina?”,…e se vedono che rispondi, anche contro voglia non mollerano più . “E che probema c’è se mi dice se vive assieme con xy?”, “E perché non mi vuole rispondere adesso?”, “Lo sapremo comunque di chi è questa macchina, ci ruba soltanto del tempo se non ce lo dice.”,…Se vedono che tu non sei deciso, non ti lasceranno in pace.
La situazione è completamente diversa se tu gli fai capire in modo deciso che non lasci dubbi che rifiuti di deporre. Su ogni domanda, come un disco rotto: “Rifiuto di deporre.” “Piove fuori?” “Rifiuto di deporre.” „Vuole un café?“ „Rifiuto di deporre.“ „Vuole forse parlare con qualcun’altro?“ „Rifiuto di deporre.“ Non temere che ti dipingano stupido, anche se faranno finta di si. Invece capiranno velocemente che fai sul serio e che non ti farai inculare, che hai capito cos’ hai da fare e di conseguenza si arrenderanno. Ciò per te significa che per il momento sei uscito dall’interrogatorio e nel caso migliore che puoi andare a casa.
DNA
È possibile che vi prendano materiale dal corpo: sangue per test dell´ alcol o droga oppure saliva per un’analisi DNA. Rifiutatevi comunque. Serve una disposizione giudiziaria, alla quale dovreste fare opposizione. Mettetevi in quei casi in contatto con un’avvocato o un’organizzazione di aiuto legale.
Il prelievo di sangue deve essere fatto da un medico. La saliva può prenderla la polizia stessa. Non siete obbligati ad aiutarli attivamente, ma il prelievo può essere imposto con la forza. Se avete fatto resistenza dovete aspettarvi una denuncia per resistenza contro le forze dell’ordine, come sempre. Da differenziare dal prelievo è l’analisi DNA. Anche per questa serve la disposizione di un giudice. Queste “impronte genetiche” vengono salvate nel archivio genetico centrale. Quindi vi dovete rendere conto che un prelievo di sangue o di saliva vi può perseguire per tutta la vita.
Prelievo di DNA succesivo
Il prelievo di saliva e l’analisi DNA è possibile anche da persone già condannate, per poter salvare le “impronte genetiche” nell’archivio centrale. Ciò viene giustificato col pericolo che tu sia recidivo. Se ricevete una intimazione di prelievo di saliva o di sangue, rivolgetevi a un’organizzazione di aiuto legale o all’avvocato.
Per tutti questi casi vale: nessuna deposizione, nessuna firma! Soprattutto non firmare un consenso al prelievo. Fate opposizione al prelievo e fatelo protocollare, ma non firmate niente. Rompetegli le palle, chiedete una disposizione giudiziaria e chiedete di poter parlare con un’avvocato!
Ti devono lasciare in caso di
Arresto per accertare l’identità:
In teoria subito dopo che hai dato le tue generalità, se hai con te un documento; per verificarle però ti possono tenere fino a 12 ore.
Arresto come sospetto:
ti possono tenere massimo fino alle 24.00 del giorno dopo (quindi massimo 48 ore), se non avviene che un giudice ordina la custodia cautelare (solo in caso di reati gravi e pericolo di fuga – fino a sei mesi, ma anche di più) o dispone un “processo veloce” (vedi sotto, in quel caso massimo una settimana)
Arresto preventivo:
Negli anni 90 alcuni Länder (le regioni tedesche) hanno riapplicato questa legge, che era già praticata sotto i nazisti. Se secondo la polizia c’è il pericolo che tu commetta un reato, ti possono mettere in galera, secondo il Land, da 4 giorni e 2 settimane, fino alla fine del presunto pericolo, p.e. la fine di una manifestazione. Non devi aver “comesso” niente, basta che la polizia crede che tu lo volessi. “Immediatamente” ci deve essere un riesame giudiziario, massimo dopo 24 ore. Se non ce l’hanno fatta entro questo termine, ti devono lasciar andare. Questa verifica giudiziaria è una farsa: già in un processo regolare con le prove e i testimoni è abbastanza difficile difendersi, in una situazione del genere è impossibile. Nessuna prova, soltanto la tua parola contro quelle della polizia. A chi crede il giudice te lo puoi immaginare. In piu ogni deposizione che fai sotto questa pressione può essere utilizzata in altri processi. Quindi anche per questa situazione vale: tieni duro e non fare deposizioni! Massimo dopo l’azione ti devono lasciare e puoi pensarci con tutta la calma con i compagni e avvocati se e come si può agire contro l’arresto.
Processo veloce
Dal 1994 resp. 1997 esiste il cosidetto “processo veloce”, introdotto proprio per fare direttamente il processo a piccoli reati dei manifestanti. Ti arrestano e ti tengono massimo una settimana per poterti fare subito dopo il processo, con i diritti di difesa limitati e senza possibilità di prepararti bene. Quindi: non partecipiamo attivamente. Nessuna disposizione, nessuna cooperazione! Visto che, a parte rare volte, in un processo del genere vengono date solo pene condizionali e multe, ti lascerano subito dopo il processo e tu puoi prendere fiato e pensarci senza fretta sul cosa fare. Se entro una settimana impugni un ricorso puoi prepararti con tutta calma ad un processo “vero”.
Prova comunque di contattare un’avvocato. Lui può fare il tentativo di evitare il processo veloce. Inoltre naturalmente è sensato aver un’avvocato nel processo, anche se una difesa sensata non è possibile. In ogni caso non chiedere un processo normale tu se non c’è un’avvocato nell’udienza, anche se il tribunale ti dirà che è possibile! Soprattutto non nominare testimoni a discarico, altri processi hanno fatto vedere che peggiori solo la situazione per loro. Quindi: non avanzare domande, non nominare testimoni!
Perquisizioni
Queste sono possibili in rapporto con azioni più grandi dopo degli arresti o nel quadro di retate statali. Spesso gli agenti non hanno la direttiva giudiziaria e affermano che c’è un pericolo immediato.
A parte l’intenzione di trovare qualcosa da te l’entrare in casa tua è sempre anche un tentativo di umiliarti, di demoralizzarti e di dimostrare il potere su di te. Quindi prova di tener la calma! Se vengono la mattina, fatti un caffé, vai in bagno e svegliati…
Una volta che sono dentro, non puoi più evitare la perquisizione. Ma puoi far un sacco di cose per non farla diventare una catastrofe.
Il più importante: nessuna deposizione! P.e. sulle accuse che ti fanno. Già in tempi normali è meglio non aver a casa p.e. una grossa quantità di un volantino (ti potrebbero accusare di “preparazione”), e prima di grandi azioni ti conviene far “pulizia”. Se ciò nonostante trovano qualcosa – nessuna parola! Neanche “Non è mio” ecc.
Prova far intervenire testimoni, chiama amici e non mettere giù il telefono, che capiscano almeno un po’ cosa sta succedendo. Se possibile, informa il tuo avvocato. Fatti vedere l’ordine di perquisizione, chiedi una copia, fatti dire almeno la ragione per la perquisizione e le cose che cercano e segnatelo. Segnati anche i nomi e i numeri degli agenti. Chiedi di protocollare la tua protesta.
Hai il diritto di essere presente in ogni singola stanza, chiedi quindi di perquisire una dopo l’altra. Se portano via qualcosa, chiedi l’elenco delle cose confiscate, ma non firmarlo! Se non hanno confiscato niente, fatti attestare anche questo.
Dopo che se ne sono andati, scrivi giù tutto quello che ti ricordi e informa l’avvocato, gruppo di processo ecc. Poi vai a trovare il tuo miglior amico/amica, perché dopo una cosa del genere sarai giù coi nervi e hai ogni diritto di sfogarti, di piangere e farti consolare e viziare.
Citazione in giudiczio/mandato di comparizione
Settimane o mesi dopo che hai partecipato ad un’azione arriva posta dagli sbirri o dalla procura, oppure chiamano.
Indipendentemente se ti vogliono come testimone o accusato, è ora di rivolgerti alla Rote Hilfe e di cercarti un’avvocato. Nella maggior parte dei casi è anche venuto il momento di rendere pubblica la cosa, di organizzare la protesta politica e di chiedere solidarietà.
In nessun caso una citazione è una ragione per cadere in panico o del fidarsi di più di un’avvocato che delle proprie idee politiche o di contare su qualche aiuto degli sbirri o altro. Come sempre vale: tener la calma – organizzare la resistenza! Fino adesso l’apparato della repressione si ritirava più probabilmente quando c’era una forte pressione pubblica e gli accusati non si facevano impaurire.
Rifiutarsi di deporre come accusato
Come accusato hai il diritto di rifiutarti di deporre. Ciò, all’inizio della persecuzione, è il meglio che puoi fare. Mai una parola dopo l’arresto, la persequizione, nell’interrogatorio!
Se il mandato di comparizione arriva da parte dalla polizia, non ci devi nemmeno andare. Diverso è se arriva dalla procura o dal giudice, ma non c’è l’obbligo di deporre. Se più tardi nel processo vuoi rilasciare una dichiarazione politica, puoi parlarne con calma con i tuoi compagni e l’avvocato.
Rifiutarsi di deporre come testimone
Anche come testimone: nessuna parola alla polizia o alla procura. Anche qui vale: non andare dalla polizia, ma solo in procura e dal giudice, senno ti possono arrestare e portarti li.
Subito dopo l’azione, dopo l’arresto, la perquisizione, nell’interrogatorio, prima di poter parlare con i compagni e l’avvocato, ogni testimonianza è dannosa per te e gli altri, quindi ti conviene far silenzio, anche se ti minacciano o ti promettono qualcosa. Non dire niente è la via più facile e anche più veloce per uscire da tutto questo.
Se più tardi devi testimonare alla procura o nel processo, dovresti consultarti con gli altri, soprattutto con gli accusati, quale tua deposizione ha quale conseguenza.
Visto che un processo politico solitamente vuole dimostrare la colpevolezza degli accusati, tante volte anche qua l’unica cosa giusta da fare è rifiutarsi di deporre.
Per un testimone però c’è l’obbligo di deporre, se non hai il diritto di rifiutarti, p.e. come parente (anche da fidanzato). In caso di rifiuto ci proveranno con una multa o detenzione.
Il “§ 55”
Su certe domande non devi rispondere, potresti incriminare te stesso. Qualcuno consiglia di richiamarsi a questo diritto di rifiutarsi di deporre (§55) come sistema per non dire niente ed evitare comunque una pena.
Il problema però è che devi giustificare perché la risposta ti incriminerebbe. E cosi alla fine la tua risulta come una deposizione.
In più ci sono sempre domande su cui dovresti ripondere perché una autoincriminazione è esclusa ed è come stessi deponendo. E la prassi ha dimostrato che nessuno in questa situazione può più capire dov’è il limite.
Così facendo dai alle istituzioni il segno della tua sottomissione che stavano cercando, che potrebbe anche portare ad una divisione fra il gruppo degli accusati e quello dei testimoni, perché una strategia collettiva in quel caso, di solito, non è più possibile.
Perciò noi sconsigliamo di cavarsi dai pasticci con questo paragrafo.
“Beugehaft”
Chi non depone come testimone, nonostante dovrebbe, può essere punito con la Beugehaft. Ciò vuol dire che ti mettono in galera soltanto perché rifiuti di fare deposizioni contro i tuoi compagni. Anzitutto ti vogliono forzare a deporre, ma in secondo luogo si tratta di un puro mezzo di repressione, per quelli che si rifiutano di deporre anche dopo la Beugehaft. In tutto questo tipo di detenzione può durare 6 mesi, si può trattare anche di brevi periodi per più volte per un totale complessivo di 6 mesi. A volte la procura vi minaccia con la Beugehaft, ma anche qua: tenete la calma. Solo il giudice deve ordinarla, non il PM. Prima di un eventuale detenzione quindi c’è la possibilità di prepararsi, di organizzare una campagna, di occuparsi dell’affitto e di altre cose, di minimizzare le conseguenze al lavoro o a scuola ecc. Chi la rischia si metta in contatto con la Rote Hilfe.
Non lasciamo solo nessuno che si trova in questa situazione!
L’ordinanza penale
Invece di un processo può succedere anche che, dopo un’azione, ti arrivi per posta un’ordinanza penale. Ciò sigifica tipo una sentenza senza processo. In ogni caso fai opposizione entro 2 settimane (“Con ciò dichiaro la mia opposizione contro…”), cosi guardagni tempo e ti puoi informare. Non serve, ed è meglio, non giustificare l’opposizione.
Mettiti in contatto con la Rote Hilfe e altri accusati. Assieme potete ragionare se è sensato rivolgersi ad un’avvocato. L’opposizione può essere ritirata in ogni momento della procedura, anche mentre un’udienza. Se non ritiri l’opposizione, ti fanno un processo normale e l’ordinanza penale diventa l’atto d’accusa. L’importante è che rispetti la scadenza, se non scatta l’ordinanza. Se non eri a casa quando è arrivata devi provarlo subito dopo il tuo ritorno al tribunale.
Verfassungsschutz
Il Verfassungsschutz è il servizio segreto per l’interno. Proprio quando hai un procedimento penale può anche capitare che i signori del VS tentino di reclutarti come spia. Danno ad intendere che possono ottenere la sospensione del procedimento oppure una pena meno dura, ma per ciò non esiste una base legale e soprattutto nessuna garanzia.
Il VS non ha nessun appiglio giuridico per forzarti ad una conversazione con loro. Quindi: non cominciare a parlare con loro! Non dargli nessuna informazione! Mandali via, lasciali dove sono, buttali fuori di casa, richiama l’attenzione di altri su di loro!
Subito dopo scrivi un verbale di memoria e fai una descrizione dei loro dati segnaletici. Vai dalla Rote Hilfe o altri gruppi di supporto legale e rendi pubblico il tentativo. L’esperienza ci fa vedere che ciò è l’unica possibilità per liberarsi di loro.
Possibili conseguenze legali di procedimenti penali per stranieri
Già prima della sentenza l’ufficio stranieri può fare il tentativo di espellerti. Pressuposto è il rimprovero di un reato “grave”, p.e. violazione dell’ordine pubblico in modo grave. Nella maggior parte dei casi però si può evitarlo con l’aiuto di un’avvocato. Per chi non ha il passaporto tedesco/di uno stato dell’UE l’aiuto di gruppi di supporto e avvocati è ancora più importante. Il pericolo di un’espulsione è maggiore dopo la condanna.
La protezione maggiore contro l’espulsione la hanno i rifugiati con la domanda di asilo riconosciuta o coloro che sono tollerati perché nel paese d’origine gli aspetta la pena d morte o tortura. Quest ultimi sono sotto la protezione della convenzione europea per i diritti dell’uomo e la convenzione di Ginevra, che vieta in quei casi l’espulsione. Però la collaborazione politica, p.e. tra la Germania e la Turchia ha portato con se un’ammorbidimento delle leggi e delle pratiche.
L’espulsione minaccia soprattutto le persone che si trovano illegalmente in Germania, p.e. coloro la cui domanda di asilo non è stata accettata. In quei casi si dovrebbe, però subito dopo l’arresto con l’aiuto di un’avvocato, fare una seconda domanda, ciò almeno fa ritardare l’espulsione e porterebbe ulteriore tempo per organizzare i passi seguenti.
Da un lato l’attività politica può causare una condanna, dall’altro si possono creare nuove ragioni per una domanda di asilo.
Come faccio la domanda per il supporto finanziario
Noi ci occupiamo che il peso finanziario, in caso di persecuzioni statali, venga portato da tanti. Date la vostra domanda direttamente ai gruppi locali. Gli indirizzi trovate sul sito www.rote-hilfe.de. Se dove siete non esiste un gruppo locale, mandate la domanda direttamente a:
Rote Hilfe e.V. Bundesvorstand
Postfach 3255 / 37022 Göttingen
Per una domanda ci servono i seguenti dati:
- nome, indirizzo, numero di telefono, numero del conto, banca, numero di codice bancario
- causa del’arresto, dell’istruttoria, del processo ecc.
- svolgimento e situazione attuale della cosa
Gruppi locali della Rote Hilfe trovate a:
Berlin, Bielefeld, Bochum – Dortmund, Bonn, Braunschweig, Bremen, Darmstadt, Dresden, Duisburg, Erfurt, Freiburg, Gießen, Göttingen, Greifswald, Hagen – Lüdenscheid, Halle, Hamburg, Hannover, Harburg – Land, Heidelberg, Heilbronn Jena, Kiel, Köln, Leipzig Leverkusen, Lübeck, Magdeburg, München, Münsterland – Emsland, Nürnberg – Fürth – Erlangen, Oberhausen, Osnabrück, Plauen, Potsdam, Quedlinburg, Ruhrgebiet/Ost, Scheinfurt, Straußberg, Südthüringen, Wuppertal.
Contatto:
Bundesgeschäftsstelle
Postfach 3255
37022 Göttingen
Tel: 0511/708008, fax: 0511/708009
Email: bundesvorstand@rote-hilfe.de
Conto per donazioni:
Numero del conto: 191100-462
Postbank Dortmund
Numero di codice bancario: 44010046
Introduzione:
M. Krause …
Cos’è la Rote Hilfe?
La Rote Hilfe è un’organizzazione di solidarietà che da supporto legale e finanziario. Aiutiamo tutti coloro che vengono perseguitati per le loro azioni politiche e tutti coloro che vengono perseguitati anche appartenenti ad un altro paese e a cui viene rifiutato l’asilo politico in Germania.