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2008-07-17

[Comunicato Stampa] Fate pure.

Torturare, minacciare, pestare e calpestare i diritti delle persone, specie se voi appartenete alle forze dell’ordine e loro sono manifestanti, in questo paese è un reato da niente. Al contrario spaccare una vetrina è una delle cose più gravi che possa capitarvi di fare. Le persone sono niente, la “roba” è tutto. Ecco la morale che esce fuori dai processi di Genova.

Nonostante l’impianto accusatorio dei PM che denunciavano le violenze e le torture accadute all’interno della Caserma di Bolzaneto durante le giornate del G8 del 2001, le pene per 15 su 45 inquisiti sono state lievi. Lievi erano state le richieste, ancora più lievi sono state le condanne.

Non potevamo aspettarci di più, non potevamo aspettarci di meglio, dai tribunali di un paese in cui non è previsto il reato di tortura; che c’è stata, sì, ma non accompagnata dall’abuso di ufficio su cui si era retto, da un punto di vista giuridico, l’impianto processuale. Quindi, a Bolzaneto, non è successo nulla o quasi.

Nessuna violenza gratuita e nessuna violazione della Convenzione internazionale per i diritti dell’uomo. Contentino necessario ma non sufficiente per le 209 parti civili saranno i risarcimenti.

Contentino altrettanto pietoso per avvalorare la triste tesi delle mele marce le poche e lievi pene inflitte ai 15 ritenuti colpevoli, tra cui spiccano il già condannato Perugini e Gugliotta, responsabile per la penitenziaria della caserma. I reati rimasti in piedi e comminati sono un generico abuso d’autorità e fatti specifici e individuali, il che spiega la ragione delle “moderate condanne”.

Così cala il sipario, per ora, su questo processo che andrà in prescrizione nel 2009. La verità emersa dalle testimonianze delle vittime di Bolzaneto è stata solo parzialmente riconosciuta: difficile negare del tutto un’evidenza così luminosa a pochi mesi dalla sentenza per l’altro grande processo alle forze dell’ordine, quello per il raid alla diaz. Ma certo quello che racconta questa sentenza è che la tortura è un abuso d’autorità e allora perchè la Diaz non potrebbe essere letta come una tranquilla e dovuta perquisizione? C’è da essere pessimisti ma questo si era già capito.

Supportolegale


contatti: info a supportolegale.org http://www.supportolegale.org

Supporto Legale e’ una rete di persone che seguono i processi di Genova, Cosenza, Napoli e Milano: quelli a manifestanti, quelli a pubblici ufficiali accusati di violenza, torture, abuso di potere. Supporto Legale trascrive le udienze, le trasforma in sintesi comprensibili, le pubblica e le diffonde; inventa progetti, campagne e iniziative di informazione e raccolta fondi. Supporto Legale, nato per iniziativa di alcuni mediattivisti che partecipano alla rete di Indymedia, fa un lavoro di informazione e comunicazione, di supporto tecnico e di finanziamento, con una serie di campagne di raccolta fondi, versando integralmente il ricavato per il lavoro delle segreterie e per le spese processuali. Perche’ la memoria e’ un ingranaggio collettivo.

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