2007-07-13
Il processo
Uno dei procedimenti in corso a Genova, per i fatti di strada del 20-21 luglio, è contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio in concorso. Questo reato, introdotto nel dopoguerra e mai contestato prima per scontri di piazza, presuppone che durante le giornate del G8 di Genova l’OP sia stato messo in crisi anche tramite compartecipazione psichica tra gli imputati. In pratica, non occorre aver effettivamente “devastato”, ma è sufficiente essere presenti mentre gli altri “devastano”.
Le indagini si sono basate su immagini e video di varia provenienza, diramate a tutte le Digos italiane. La Procura di Genova vuole dimostrare un “unico disegno”, a cui ricondurre le singole azioni che i 25 imputati avrebbero compiuto in concorso fra loro.
La difesa ha fatto emergere come in realtà l’OP sia stato messo in crisi dalle stesse Forze dell’Ordine.
Un punto centrale è la ricostruzione della prima carica contro il corteo delle Tute Bianche, per dimostrare che, se ci sono stati atti violenti da parte dei manifestanti, si è trattato di una reazione al comportamento delle FFOO che può essere qualificata, secondo il codice penale, come reazione agli atti arbitrari del Pubblico Ufficiale e legittima difesa. I manifestanti si sono trovati in una situazione di estremo pericolo, pestati selvaggiamente, intossicati dal gas CS, senza possibilità di retrocedere. Ma come si arriva a questa prima carica?
Nel primo pomeriggio del 20 luglio le azioni del blocco nero si concentrano nella zona nord della città, oltre la ferrovia. La Questura, per contrastare queste azioni, alle 14.30 circa ordina al Dirigente di PS Mario Mondelli, responsabile del III Battaglione Carabinieri Lombardia, di raggiungere piazza Giusti e poi Marassi. Alle 15.00 circa invia a Marassi il Dirigente di PS Pagliazzo Bonanno, con i Reparti Mobili di Firenze e Bologna al suo comando. I contingenti si muovono entrambi dalla Questura ma, pur essendo diretti alla stessa zona della città, percorrono strade differenti.
Mondelli impiega oltre 20 minuti per arrivare in via Invrea all’incrocio con corso Torino, dove si ferma e permette ai carabinieri di caricare senza motivo il corteo che sta scendendo per via Tolemaide.
Pagliazzo Bonanno, invece, supera piazza delle Americhe e attraversa il sottopasso di via Canevari raggiungendo la zona di Marassi in meno di 10 minuti. Non trova alcun appartenente al blocco nero e la Questura gli ordina di proseguire l’inseguimento. Arrivato a piazza Manin carica brutalmente i pacifisti della rete Lilliput.
Perché la Centrale Operativa, che attraverso le telecamere del traffico e degli elicotteri vede il corteo in via Tolemaide, ordina al III Btg. Lombardia di passare da lì invece che da piazza delle Americhe, come faranno qualche minuto più tardi i reparti comandati da Pagliazzo Bonanno?
Via Tolemaide
Dal punto di vista dell’OP come si può inquadrare la 1° carica in Tolemaide?
Il corteo delle Tute Bianche si trovava ancora in zona autorizzata quando è stato caricato a freddo, senza motivo, senza preavviso e senza che la PS avesse prima cercato di trattare con il gruppo di contatto, un gruppo di parlamentari che precedeva il corteo e che, al termine del percorso autorizzato, in piazza delle Americhe, doveva concordare le modalità di arrivo con il responsabile per quella manifestazione, il Dirigente di PS Angelo Gaggiano.
Con quella prima carica, i manifestanti si sono trovati a dover arretrare in circostanze in cui arretrare era praticamente impossibile, avendo alle spalle la massa del corteo, in una strada, via Tolemaide, che ha poche vie di fuga sul lato sinistro e sul lato destro è chiusa dal muro della ferrovia. In questa circostanza, i manifestanti non avevano altra alternativa che resistere alle cariche dei carabinieri.
Questo episodio determinerà gli scontri che sono durati circa 3 ore e che hanno coinvolto tutta la zona di via Tolemaide, corso Torino e piazza Alimonda, culminando con l’uccisione di Carlo Giuliani.
Il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) prevede che in ordine pubblico i carabinieri siano diretti da un funzionario di polizia, ma la carica iniziale è stata comandata dal Capitano dei CC Antonio Bruno e non dal Dirigente di PS Mario Mondelli.
Piazza Alimonda
Mentre in via Tolemaide sono in corso le ultime cariche comandate dal Dirigente PS Angelo Gaggiano, il Btg. Sicilia, comandato dal Dirigente PS Adriano Lauro, che si trovava in piazza Alimonda da circa mezz’ora, all’improvviso decide di caricare da via Caffa quello che resta del corteo delle TB, nonostante in quel momento la situazione in piazza Alimonda sia tranquilla.
La Compagnia è ridotta a 70 uomini, affiancati da 2 fuoristrada defender. Hanno finito i lacrimogeni e, a detta degli stessi Comandanti del Btg. Sicilia, il Capitano Cappello ed il Tenente Mirante, non è in condizioni psico-fisiche per reggere una situazione di scontro. Ciononostante avanza verso i manifestanti, abbozza una carica, si trova di fronte una barricata di cassonetti, e alla reazione dei manifestanti ripiega scompostamente.
Nella ritirata i CC si lasciano dietro i 2 defender che, come dichiarato da Lauro e Cappello, non dovevano trovarsi in quella situazione, in quanto mezzi non idonei ad affrontare operazioni di OP.
Eppure su uno dei defender c’è il Tenente Colonnello Truglio, il secondo ufficiale più alto in grado tra i carabinieri presenti in piazza a Genova, dopo il Colonnello Leonardo Leso. Truglio, Cappello e Mirante sono ufficiali esperti, abituati a muoversi in teatri di guerra.
Come è stata possibile una manovra tanto insensata quanto pericolosa?
[http://www.processig8.org/25_Manifestanti.html]