2007-06-14
COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
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- comunicato stampa -
MACELLERIA ITALIANA
Il dottor Michelangelo Forrnier ha sbagliato a tacere per sei anni su quello che ha visto dentro la scuola Diaz. Proprio lo “spirito di appartenenza” avrebbe dovuto spingerlo a raccontare tutto e subito. Solo così avrebbe servito nel migliore dei modi, con lealtà e responsabilità, lo stato di cui è funzionario. Ad ogni modo, sia pure in ritardo, ha raccontato ciò che ha visto, confermando le testimonianze di decine di persone. Il dottor Fournier ha parlato di “macelleria messicana”. L’attuale ministro degli Esteri, nel 2001, parlò di “notte cilena”. Si ricorre all’esotismo, ma siamo di fronte a una “perquisizione all’italiana” che ha macchiato la credibilità della polizia e dello stato. A questo punto chiediamo: il capo della polizia non ha niente da dire? Il ministro degli Interni farà finta di nulla anche stavolta? Il parlamento continuerà a tenere in un cassetto la legge sulla commissione d’inchiesta?
Genova, 13 giugno 2007
COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
G8/ FOURNIER: ALLA DIAZ OPERAZIONE DI MACELLERIA MESSICANA Vicequestore Fournier: ho visto pestare i no global
13-06-2007 12:57
Articoli a tema | Tutte le news di Cronaca Genova, 13 giu. (Apcom) – E’ proseguito davanti al Tribunale penale di Genova, presieduto da Gabrio Barone il processo contro 29 tra dirigenti, funzionari, agenti di polizia per l’irruzione nella scuola Diaz durante il
G8 del 2001 a Genova. Gli imputati sono accusati di svariati reati, tra cui violenza, lesioni, falso e calunnie. Oggi è stato ascoltato l’imputato Michelangelo Fournier, all’epoca vicequestore e comandante del settimo nucleo sperimentale antisommossa del primo reparto mobile di Roma.
Fournier era al comando del più grosso reparto entrato alla Diaz. Dopo aver riconfermato di aver giudicato l’irruzione nella scuola:
“Un’operazione di macelleria messicana”, il dirigente della Ps ha fatto una importante ammissione rispondendo alle domande del pubblico ministero Enrico Zucca: “Quando sono arrivato nella scuola ho visto quattro poliziotti, due in divisa, due in borghese che al primo piano infierivano su una decina di persone a terra, non erano miei uomini”. Immediata la richiesta del Pm Zucca che ha chiesto a Fournier come mai non avesse mai detto prima di aver assistito al pestaggio. Fournier ha risposto: “Non erano uomini miei e se non l’ho detto prima l’ho fatto per senso di appartenenza al corpo. Comunque non ho mai pronunciato la frase basta, basta, basta che mi viene attribuita”.
Il resto dell’interrogatorio è stato più che altro dedicato all’esame delle armi, dei caschi e delle divise di cui erano muniti i poliziotti al comando di Fournier.
G8 Genova: poliziotto, omisi la verita’ durante indagini Imputato per violenze alla Diaz, in aula da’ nuova versione
13 Giugno 2007 14:52 GENOVA (ANSA)
(ANSA) – GENOVA, 13 GIU – ‘Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento cosi’ grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza’.E’ la testimonianza resa da Michelangelo Fournier, all’epoca del G8 a Genova vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma ed oggi uno dei 28 poliziotti imputati per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. Fournier ha fornito una nuova versione su quello che aveva visto al momento della sua irruzione: veri e propri pestaggi ancora in atto. ‘Arrivato al primo piano dell’istituto – ha detto – ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese, stavano infierendo su manifestanti inermi a terra.Sembrava una macelleria messicana’. Nelle dichiarazioni invece rese precedentemente dal poliziotto ai pm il poliziotto aveva raccontato di aver trovato a terra persone gia’ ferite e non pestaggi ancora in atto.
‘’Sono rimasto terrorizzato – ha spiegato – quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: ’basta basta’ e cacciai via i poliziotti che picchiavano’’. Fournier ha poi raccontato di aver assistito la ragazza ferita fino all’arrivo dei militi con l’aiuto di un’altra manifestante che aveva con se’ una cassetta di pronto soccorso. (ANSA).