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2007-07-11

[comunicato stampa] Domani 12 luglio, la 32^ udienza al Sud Ribelle

Si terra’ domani, giovedi’ 12 luglio alle 9.30, nella Corte d’Assise del tribunale di Cosenza, la 32^ udienza del processo ai 13 attivisti della Rete del Sud Ribelle.
Archiviato il ‘caso De Gennaro’, spuntano come funghi altre notizie collegate al procedimento penale contro il Sud Ribelle, sia a livello locale, che nazionale. Ricordiamo solo alcuni degli elementi e dei personaggi, ormai noti, assolutamente non trascurabili, per inquadrare il processo cosentino.

In primis il dottor Mortola, l’uomo che pronuncio’ la frase “oh ragazzi, le molotov non lasciatemele qui”, riferendosi alle famose molotov che costarono l’accusa di falso e la cui esistenza fu utilizzata come pretesto per il massacro alla Scuola Diaz.
Pensiamo, poi, ai verbali falsificati dagli agenti nella caserma di Bolzaneto, ai commenti degli operatori telefonici di pubblica sicurezza che rispondevano ai centralini nelle ore ‘calde’ con “siamo uno a zero per noi” o “gli zecconi maledetti” (http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=11488). Voci che oramai risuonano dappertutto.

Prendono, intanto, corpo i primi risarcimenti per i pestaggi di strada, a Genova nel 2001, nei confronti dei manifestanti. Chi risarcirà? Lo Stato. Lo stesso Stato che si e’ costituito come parte civile nel processo di Cosenza, contro la ‘Rete Meridionale del Sud Ribelle’, che solo nella fantasia dell’ex titolare dell’inchiesta Fiordalisi poteva essere il “regista della sovversione a Genova e Napoli”.
Alcuni ‘strani’ movimenti – a livelli alti e nascosti – sono descritti in vari articoli di quest’ultima settimana, sul quotidiano La Repubblica. A quanto pare, oltre che per magistrati, vip, politici, venivano confezionati anche dossier anche sui movimenti antiglobalizzazione (http://www.supportolegale.org/?q=node/1123).

Ma le questioni che più odorano di marcio, sono i diversi articoli pubblicati in questi giorni, dal quotidiano locale La Provincia Cosentina (http://www.supportolegale.org/?q=node/1122), su due vicende che vedono coinvolti diversi soggetti che gravitano attorno all’inchiesta ‘Sud Ribelle’. L’ex procuratore capo di Cosenza Alfredo Serafini, all’epoca degli arresti, dopo le mobilitazioni di massa, dichiaro’ “mi sento isolato”: in questi giorni invece sui giornali dice “ho rifiutato quel lingotto d’oro”. Il dirigente della Digos di Cosenza Alfredo Cantafora, invece, pare fungere da “polizia privata” dei Democratici di Sinistra locali.

Il giornale, poi, prova a scavare su due diverse vicende che paiono ricongiungersi su un unico punto: la regia occulta. La ‘gestione’ della politica e dell’agire politico altrui – per quello che si può ricavare ad una prima lettura – è stata sinora (e lo è ancora?) ad un nucleo ben definito di personaggi quanto oscuri, sporchi.
Domani in aula verranno ascoltati altri testi della difesa: giornalisti, rappresentanti di associazioni, rappresentanti istiuzionali, che deporranno a favore dei 13 attivisti, ingiustamente perseguiti, sulle giornate preparatorie delle contromanifestazioni legate ai vertici di Napoli e Genova del 2001.

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